Venerdì 19 Aprile 2024 – ore 20:45

Teatro Comunale

ENZO DECARO 
In 
Non è vero ma ci credo 
di Peppino De Filippo – regia Leo Muscato

Ho mosso i primi passi nel mondo del teatro quando avevo poco più di
vent’anni. Mi ero trasferito a Roma per fare l’Università e non sapevo ancora
nulla di questo mestiere. Mi presentai a un provino con Luigi De Filippo e lui
mi prese a bottega nella sua compagnia. Mi insegnò letteralmente a stare in
palcoscenico, dandomi l’opportunità di vivere la straordinaria avventura delle
vecchie tournée da 200 repliche l’anno. Rimasi con lui per due stagioni; poi mi trasferii a Milano per studiare regia. Ci siamo rivisti ventidue anni dopo, pochi mesi prima che morisse. Mi chiese di pensare a un progetto da fare insieme. Ne pensai mille, ma non abbiamo avuto il tempo di realizzarne uno. Ho deciso di inaugurare questo nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ho fatto con lui, Non è vero ma ci credo. Rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, proveremo a dare a questa storia un sapore più contemporaneo. Quella che andremo a raccontare è una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commediadell’arte. Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Forse teme che qualcuno o qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici. Qualunque cosa, anche la più banale, lo manda in crisi. Chi gli sta accanto non sa più come approcciarlo. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce. Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. L’uomominaccia di denunciarlo, portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui partono una serie di eventi paradossali ed esilaranti che vedranno al centro della vicenda la credulità del povero commendator Savastano. Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni 30.

Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. Noi seguiremo questo sua intuizione avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri, ambientando la storia in una Napoli anni 80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona.
Lo spettacolo concepito con un ritmo iperbolico condenserà l’intera vicenda in un solo atto di 90 minuti.

Note di regia – Leo Muscato

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…Il regista Leo Muscato nella sua visione del testo, pur lasciando invariati i contenuti originali, lo arricchisce con un finale “filosofico” (considerato che le conclusioni sono sempre state il punto debole delle scritture di Peppino) per rendere più credibile il ravvedimento del protagonista e porre l’attenzione sull’universale “valore” del diritto alla felicità….il ruolo del protagonista è sostenuto con estrema cura da Enzo Decaro che tramite dei movimenti mioclonici quasi costanti, soprattutto dei piedi e delle gambe, riesce ad indossare i panni dell’uomo gretto, isterico, sempre sull’orlo della crisi di nervi causata da futili motivi. Una interpretazione molto ben riuscita che mostra come le qualità attoriali siano un insieme di abilità sia naturali che acquisite (non solo sul palco ma anche con un approfondito studio)…

Sergio Roca -Liminateatri.it

…Protagonista un eccellente Enzo Decaro nei panni del commendator Gervasio Savastano, ossessionato dalla superstizione, sempre attrezzato per uno scongiuro per parare i colpi avversi del destino….

……La recitazione di Decaro è delicata e pregnante al tempo stesso. Novanta minuti senza interruzioni, perché il testo è stato condensato in un solo atto…La scenografia di Luigi Ferrigno ricorda il maestro del surrealismo René Magritte (“La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione”), ed ecco nuvole bianche e ombrelli trasparenti che contornano l’azione in alto sul palco, ma che si tingeranno dei toni più cupi quando fuori imperverseranno i temporali (disegno luci di Pietro Sperduti).

Laura Sergi – Corriere dello spettacolo

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…il giovane e valente regista… condensa in un solo atto di poco più di un’ora e mezza, un testo agile e dinamico. Gli attori che interpretano con bravura, misura e sobrietà questo testo, carico di comicità e caratterizzato da un abile sviluppo dell’intreccio, da ritmi incalzanti nei dialoghi e da un sapiente taglio delle scene, sono Enzo Decaro (Gervasio Savastano), affiancato dai bravi Giuseppe Brunetti, (Alberto Sammaria), Francesca Ciardiello (Mazzarella), Luciana De Falco (Teresa), Carlo Di Maio (Ragionier Spirito), Massimo Pagano (Malvurio), Gina Perna(Concetta), Giorgio Pinto (avvocato Donati), Ciro Ruoppo (Musciello) e Fabiana Russo (Rosina)….La commedia di Peppino De Filippo (1903-80), gioiosa e scattante come è, ha ancora, a poco meno di ottant’anni dalla composizione, una grande vitalità e festosità… rappresentazione intelligente e rigorosa che costituisce la migliore conclusione di un festival …..

Roberto Trovato – Sipario

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